8 dicembre 2011
Aelita Andre quattro anni, artista astratta.
Australiana, abita a Melbourne, è figlia di Michael Andre pittore e Nikka Kalashnikova fotografa, parla l’inglese e il russo.
Aveva meno di ventiquattro mesi quando i genitori l’hanno messa seduta su una tela circondandola di colori. Lei ha messo le mani nei vasetti, ha cominciato a scivolare sul quadro come se stesse danzando e quando si è fermata il risultato era sbalorditivo.
L'estate scorsa ha proposto a New York, all'Agora Gallery di Manhattan, una esposizione dal titolo “I prodigi del colore” e non si trattava della sua prima personale.
I suoi quadri valgono oltre seimila dollari.
“Mi ci sono voluti quattro anni per dipingere come Raffaello, tutta la vita per farlo come un bambino” amava dire Picasso.
Per spiegare il suo rapporto con la tela e i colori, il settimanale Panorama Magazine ha usato quattro parole: “È rinato Jackson Pollock” e il professor Robert Nelson della Monash University ha spiegato alle televisioni inglesi e cinesi che i quadri di Aelita “… sono un antidoto contro l’oppressione e i vincoli dell’arte moderna. La sua pittura è una finestra sull’inconscio creativo primordiale. Un mondo esplorato da Freud e Jung ed elevato da Dalì e Picasso a manifestazione suprema”. Anche la BBC ha voluto dire la sua: “Aelita? The Next Big Thing”. Una creatura geniale, destinata a segnare il futuro.
“Io dipingo la musica e il cosmo” dice. E alla domanda “Quando ti senti di più una bambina?” risponde “Io non sono una bambina. Sono una fatina pittrice che sta crescendo. Mi piacciono i miei giocattoli, fare le torte, andare a cavallo, la mia mamma e il mio papà.”
www.aelitaandreart.com
Australiana, abita a Melbourne, è figlia di Michael Andre pittore e Nikka Kalashnikova fotografa, parla l’inglese e il russo.
Aveva meno di ventiquattro mesi quando i genitori l’hanno messa seduta su una tela circondandola di colori. Lei ha messo le mani nei vasetti, ha cominciato a scivolare sul quadro come se stesse danzando e quando si è fermata il risultato era sbalorditivo.
L'estate scorsa ha proposto a New York, all'Agora Gallery di Manhattan, una esposizione dal titolo “I prodigi del colore” e non si trattava della sua prima personale.
I suoi quadri valgono oltre seimila dollari.
“Mi ci sono voluti quattro anni per dipingere come Raffaello, tutta la vita per farlo come un bambino” amava dire Picasso.
Per spiegare il suo rapporto con la tela e i colori, il settimanale Panorama Magazine ha usato quattro parole: “È rinato Jackson Pollock” e il professor Robert Nelson della Monash University ha spiegato alle televisioni inglesi e cinesi che i quadri di Aelita “… sono un antidoto contro l’oppressione e i vincoli dell’arte moderna. La sua pittura è una finestra sull’inconscio creativo primordiale. Un mondo esplorato da Freud e Jung ed elevato da Dalì e Picasso a manifestazione suprema”. Anche la BBC ha voluto dire la sua: “Aelita? The Next Big Thing”. Una creatura geniale, destinata a segnare il futuro.
“Io dipingo la musica e il cosmo” dice. E alla domanda “Quando ti senti di più una bambina?” risponde “Io non sono una bambina. Sono una fatina pittrice che sta crescendo. Mi piacciono i miei giocattoli, fare le torte, andare a cavallo, la mia mamma e il mio papà.”
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Categorie: arte · persone · pittura
Tags: Aelita Andre, Agora Gallery, Australia, bambina, colori, Dalì, esposizione, Jackson Pollock, New York, personale, Picasso, pittura, quadro, tela