Ricetta: ragnetti di liquirizia31 ottobre 2019
Esercizi per la mia aracnofobia...
Ragnetti di liquirizia
12 rotelle di liquirizia Haribo
16 mini smarties
colla alimentare (facoltativa)
Con le dosi indicate si realizzano otto ragnetti. Per ottenere un ragnetto magro e uno cicciotto servono tre rotelle.
Srotolare la prima rotella per 20 centimetri e ricavare dalla stringa, tagliandola con delle forbici, le quattro zampette corte e tozze di 2,5 centimetri del ragno grasso, quindi tenere la parte rimanente arrotolata che costituisce il corpo del ragno magro.
Lasciare la seconda rotella integra per il corpo del ragno grasso.
Srotolare anche la terza rotella per 20 centimetri poi tagliarla, sempre con le forbici, in quattro pezzi da 5 centimetri e dividerli per il lungo ottenendo le otto zampette lunghe e sottili del ragno magro. Tagliare quindi altri due piccolissimi pezzi della stringa e dividerli in due per ottenere le quattro pupille dei ragnetti.
Assemblare i ragni praticando con un coltello molto affilato due tagli laterali (dove c'è già la divisione delle stringhe) nelle rotelle che costituiscono i corpi e inserire le zampe corte nella rotella grande per fare il ragnetto grasso e le zampe lunghe nella rotella piccola per fare quello magro.
Appoggiare due mini smarties dello stesso colore (ma volendo anche di colori differenti) su ogni ragno per ottenere gli occhi e sopra i pezzettini di liquirizia per fare le pupille.
Procedere così per creare gli altri sei allegri aracnidi. Volendo incollare i singoli pezzi con colla alimentare.
Happy Halloween! Dolcetto o scherzetto?
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Ricetta: cioccolatini bretzel3 marzo 2019
Folgorata, guardando una puntata di The Pioneer Woman, da un'americanata di Ree Drummond...
Cioccolatini bretzel (dolcetti donna di frontiera)
8 cioccolatini fondenti (preferibilmente rotondi)
8 cioccolatini al latte (preferibilmente rotondi)
16 salatini bretzel
8 caramelle mou
16 mezzi gherigli di noce
Preriscaldare il forno a 250° poi spegnere il grill.
Mettere un tappetino in silicone da forno su una teglia quindi posizionare i salatini bretzel appoggiando sopra a ciascuno mezza mou.
Infornare per circa 3 minuti sino a quanto la caramella è sufficientemente sciolta, poi fare aderire bene le mezze noci alle mou appena sfornate e lasciare raffreddare.
Infornare a questo punto i cioccolatini abbastanza distanziati e dopo pochi minuti, quando sono leggermente sciolti, appoggiarci sopra i bretzel con la mou e la noce.
Lasciare raffreddare completamente.
I cioccolatini bretzel possono essere conservati in un contenitore ermetico per qualche giorno.
La ricetta, non ricetta, è un evoluzione delle Rolo Pretzel Turtles dove delle Rolo (caramelle morbide al caramello ricoperte di cioccolato al latte) uniscono dei salatini bretzel a mezze noci pecan.
thepioneerwoman.com
www.foodnetwork.it/programmi/pioneer-woman-donna-di-frontiera
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Chocolatexture25 marzo 2017
Golose geometrie nipponiche...
Chocolatexture è un progetto del 2015 dello studio giapponese di design Nendo.
Comprende nove cioccolatini, realizzati all'interno di una gabbia cubica di 26 millimetri per lato, che sono veri e propri elementi di design con forme appuntite, smussate, piene o cave e superfici lisce o ruvide. Ognuno ha un nome onomatopeico che suggerisce la struttura o la sensazione della texture.
Tubu-tubu,
piccole gocce
Sube-sube,
angoli lisci e smussati
Zara-zara,
sferette allineate
Toge-toge,
forme appuntite
Goro-goro,
piccoli cubi collegati
Fuwa-fuwa,
arioso e forato
Poki-poki,
cornice di cubo con bastoncini
Suka-suka,
cubo cavo con pareti sottili
Zaku-zaku,
barre sottili che formano un cubo
Cioccolatini fatti con la stessa materia prima e texture diverse che creano percezioni gustative differenti. A dimostrazione che tra i molti fattori che determinano il sapore di un alimento c'è anche la forma.
Nel 2016 segue il progetto
Chocolatexturebar, una singola tavoletta di cioccolato la cui superficie è suddivisa in 12 aree con superfici differenti. Ogni quadrotto offre una diversa dimensione del gusto determinato dalle texture tridimensionali fatte di punti, righe, scacchi, onde e zig-zag. Le tavolette sono proposte in cinque sapori: cioccolato bianco, al latte, fondente, alla fragola e al tè matcha.
www.nendo.jp/chocolatexture
www.nendo.jp/chocolatexturebar
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Calendario dell’avvento1 dicembre 2012
Albero o presepe? Io che non sono appassionata di addobbi natalizi ho un debole per il calendario dell’avvento… ricordarmi di aprire le caselline poi è un’altra storia…
Il calendario dell’avvento mostra i giorni nel mese di dicembre che mancano all’arrivo del Natale.
L’idea di costruire un calendario che segna i giorni che separano dal Natale sembra abbia avuto origine in Germania, già intorno all’inizio dell’Ottocento, dove alcune famiglie hanno iniziato a segnare con dei gessi delle linee sulle pareti delle proprie case man mano che si avvicinava il 25 dicembre.
Inizialmente il conto alla rovescia cominciava dalla prima domenica dell’avvento mentre i calendari attuali iniziano dal primo di dicembre.
I calendari dell’avvento più comuni, realizzati in cartone con ventiquattro finestrelle in successione, da aprire giorno per giorno con all’interno cioccolatini raffiguranti motivi natalizi, disegni o filastrocche, si diffondono a partire dal 1920 in Germania e successivamente in maniera sempre più ampia in Europa e negli Stati Uniti.
In Europa del nord esistono molte varianti sul tema, come la calza dell’avvento che contiene ventiquattro regalini, la ghirlanda dell’avvento con ventiquattro candeline o la candela danese suddivisa in ventiquattro sezioni da accendere tutte le sere di dicembre sino a Natale.
Nelle ultime edizioni del mercatino di Natale di Bolzano la società Alto Adige Marketing ha trasformato il palazzo della propria sede, la casa natale dell’astronomo Max Valier, in un gigantesco calendario dell'avvento con ventiquattro finestre contenenti immagini natalizie che vengono scoperte giorno dopo giorno come i dolcetti nelle caselline.
Cercardo in rete sono tantissime le versioni proposte del calendario dell’avvento, da quelle
faidate a quelle
online. Il calendario virtuale di Penelope Schenk, realizzato del 2004, racconta le avventure di un gatto nero di nome Tate.
www.catwholaughed.com
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